Anno: 2020
Azione COVID-19 - 2020
Luogo: Casa dell'Artista - Parma (PR)
La performance
Covid19
Il tempo e lo spazio sono ciò che siamo o siamo costretti ad essere. Questo lavoro dà corpo all’idea di resistenza che abbiamo maturato in questi giorni di confinamento nati dall’impossibilità di allargare gli
orizzonti visivi e temporali, chiusi in gusci che sono stati vissuti come tane ma anche come prigioni. Così, in un cubo di carta, ho creato lo spazio in cui i movimenti, ridotti all’osso, diventano grido di liberazione e forma di autocontrollo. Ho usato il corpo come linguaggio universale, piegato e mosso da tensioni che hanno trovato nei richiami yoga il rimando al bisogno di meditazione e rilassamento. «L’arte antica si
occupava del tempo. L’arte contemporanea è ossessionata dallo spazio» scrive Brian O’Doherty nel suo Inside the White Cube. Questa pandemia ha messo insieme tempo e spazio contraendoli e diluendoli in un mix di ansie, arresti, visioni, fragilità, progetti. Così, i bisogni pulsionali che provengono dal corpo, serbatoio dell’energia vitale, scrigno caotico e turbolento delle pulsioni, si insinuano nel tempo smarrito della
costrizione dove ogni tentativo di evasione, intima ed esteriore, si infrange nell’impossibilità di varcare la soglia, lo spazio. Eppure, lo spazio inteso come luogo che tende a rappresentare l’umanità e il suo tempo diventa plasmabile dalla volontà, dal controllo della stessa, dal desiderio, anche solo onirico, di riaprire spazi, intessere relazioni, profanare divieti.
Nadia Verdile