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Biografia

D’Amico Giovanna, nasce a Caserta il 22/07/82 intraprende studi artistici presso l’Istituto Statale D’arte di San Leucio (ce), dove si diploma in moda e costume. Nel 2001 si trasferisce a Napoli, studia  presso l’Accademia di belle arti di Napoli , presentando la sua prima azione performativa “Inside aut my soul” come tesi con la quale raggiunge il massimo dei voti, conclude gli studi accademici  conseguendo il biennio di specializzazione in scultura , anche qui conclude il percorso, con il massimo dei voti presentando, una nuova performance “rinascita” relatrice tesi Aurora Spinosa. Tra le sue esperienze culturali e formative ricordiamo:  Work shop Commedia dell’arte  condotto da Stefano Angelucci Marino presso officina teatro San Leucio, Living theatre–resist now, condotto  da Gary Brackett Officina  teatro (teatro indipendente) San Leucio (ce) Stage esperienziale di Gianluca Taddei “la musica del corpo e il cambiamento” Associazione  Faber  Napoli.

L’artista espone per la prima volta nel 2003 presentando alla collettiva organizzata in collaborazione con il gruppo Zoone e le politiche sociali, opere pittoriche e scultoree dalla forte presenza materica, per anni la D’Amico lavora con sabbia gesso e assemblando materiali mescolando la pittura alla scultura, nel 2007 si avvicina alle azioni performative, fa ricerche presso l’associazione Morra di Napoli, e realizza una serie di azioni che presenterà nei vari eventi a cui sarà invitata e che organizzerà personalmente.

Nel 2007 organizza il suo primo evento artistico “la forza del colore” presso lo studio ofca dell’architetto  Raffaele Cutillo dove presenta il  movimento artistico di cui è esponente attiva: l’artivismo civicratico, fondato da Antonello Picciano. IL 2007 è lo stesso anno che la vede ospite ai cortili dell’arte di villa ricca con un istallazione, nel 2010 partecipa all’interscambio culturale Italia–St. Gallen Svizzera. Dove presenta una nuova performance art “War” negli ultimi anni ha partecipato, alla mostra “le visioni dell’arte” Crossing land Museo di arte contemporanea Caserta a cura di Massimo Sgroi, Enzo Battarra, Alfredo fontanella, interscambio culturale Villaricca-San gallen Svizzera, Premio Razzano per giovani artisti Biennale di Benevento, Museo d’arte contemporanea sannio Benevento. Alcune delle sue opere sono state cedute ai musei campani : Museo di arte contemporanea di Caserta conserva “SSS” installazione, “rivisitazione di san Sebastiano, Museo di Capua  conserva “Mitra”.

La D’Amico affronta l’arte nelle sue mille sfaccettature sperimenta con materiali poveri, installa creando mondi alternativi o metaforizzando la realtà,  attualmente la sua ricerca è rivolta al tratto, alla penna al gesto che coglie l’attimo di una giornata in treno, alla foto modificata che mostra mondi surreali, all’installazione fatta di leggerezze e percezioni, alle sculture chiuse in cubo di vetro, bloccate nell’inconsapevolezza dell’essere umano e alla performance , intesa come azione di denuncia. 

L’artista oggi è attiva sul territorio, Nazionale e in Brasile non solo come artista ma anche come organizzatrice e promotrice di eventi artistici e docente a Parma.
Attualmente vive e lavora a Parma. Italia.

Il corpo attraversato dall’arte

Il corpo dell’artista è il corpo mistico dell’arte. Lo sa Giovanna D’Amico che usa la propria struttura somatica come strumento d’arte. Non solo superficie cutanea che si colora, ma anche macchina della fisicità, vissuta e segnata, trafitta, imprigionata da filo spinato. È un corpo che lascia tracce cromatiche ma è esso stesso la traccia di un dolore universale, di cui l’artista si fa interprete e martire. Quello che si vive è un mondo di guerre, ma è anche un sistema perverso di economie determinanti povertà, ed è anche un mondo politicamente scorretto, che dimentica le proprie regole fondamentali, che irretisce la Costituzione. L’artista si pone come baluardo della nuda verità, oppone il proprio corpo agli inganni del tempo. Espone un cervello chiuso nel vetro, congelato, inoperoso. Il sistema ha il sopravvento sull’umanità proprio perché i cervelli sono atrofizzati, conservati in formalina. C’è un rimando continuo tra le performance e le opere su superficie, un richiamarsi a vicenda, un rincorrersi, un desiderarsi. È un’arte sociale quella di Giovanna D’Amico, un’arte che dà un ruolo all’artista. Fosse anche il sacrificio del corpo!

Enzo Battarra
Enzo BattarraCritico d'Arte, Giornalista

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